Cookie di terze parti: Google decide di non eliminare ancora quelli presenti in Chrome. Cosa significa?
Cookie di terze parti e Privacy Sandbox: cosa è successo
Quattro anni fa Google aveva annunciato la volontà di rimuovere da Chrome i cookie di terze parti. L’idea iniziale, finalizzata al miglioramento dell’esperienza utente, era quella di dire stop ai cookie di terze parti entro il 2022. Questo ovviamente non voleva affatto dire la fine del tracciamento sul web. Come ben sappiamo da esperi di settore, è pane necessario per i denti delle aziende che fanno marketing online.
Privacy Sandbox ha precisamente questo obiettivo: una tecnologia innovativa che possa migliorare la privacy online preservando al contempo un Internet basato sulla pubblicità.
“I primi test condotti da società di tecnologia pubblicitaria, tra cui Google, hanno indicato che le API Privacy Sandbox hanno il potenziale per raggiungere questi risultati. E prevediamo che le prestazioni complessive ottenute utilizzando le API Privacy Sandbox miglioreranno nel tempo con l’aumento di adozione nel settore. “
si legge sul blog di Google Italia.
Meglio un passaggio graduale, parola di Google
Insomma il Privacy Sandbox ha funzionato e funziona e sta migliorando. Semplicemente, dicono da Google, la transizione a questa nuova tecnologia richiede ancora lavoro e ha un impatto molto forte su publisher e inserzionisti. E qui occorre prendere atto di due punti fondamentali:
- Google Chrome detiene il 67% del mercato globale dei browser;
- la gran parte dell’industria della tecnologia ads fa ancora affidamento sul tracciamento basato sui cookie.
Da qui l’idea di Google di proporre un passaggio graduale che preveda, al momento, di affiancare tecnologie di tracciamento diverse:
“[…] proponiamo un approccio aggiornato che consenta alle persone di scegliere. Invece di eliminare i cookie di terze parti, prevediamo di introdurre una nuova esperienza in Chrome che consenta agli utenti di fare una scelta informata che si applica a tutta la loro navigazione sul web, una scelta che sarà possibile modificare in qualsiasi momento. Stiamo discutendo questo nuovo percorso con le autorità di regolamentazione e coinvolgeremo il settore nel corso dell’implementazione”.
Una nuova esperienza in Chrome
In concreto Google vuole lasciare agli utenti la possibilità di scegliere, facendo una “scelta informata che si applichi a tutta la loro navigazione sul web”. Scelta variabile in qualsiasi momento. Un po’ come dice il GDPR: deve essere facile esprimere il consenso al tracciamento tanto quanto deve essere semplice revocarlo.
Nessuna volontà da parte di Google di azzoppare publisher e inserzionisti, quanto uno stimolo per spingerli ad adottare tecnologie adatte a preservare anche la privacy degli utenti.
Sono allo studio quindi nuovi controlli privacy per gli utenti. Ad esempio la protezione dell’IP in modalità di navigazione in incognito e altre. Mentre continua il lavoro di sviluppo di Privacy Sandbox.
Cookie di terze parti: ci sono alternative!
Le aziende devono ancora prepararsi ad un mondo senza cookie di terze parti. Qualche possibilità già esiste e Google ha dato alle aziende più tempo per sperimentare e scegliere la tecnologia adatta. Ne trattiamo in brevissimo alcune, senza pretesa di completezza.
Cookie di prima parte
Forniscono al titolare del sito web i dati raccolti direttamente dalle interazioni dell’utente sul suo sito (articoli visualizzati, aggiunte al carrello ecc…). Forniscono i cosiddetti “dati di prima parte”: chi sono i clienti, perché acquistano sul sito web ecc.. Accanto ai dati di prima parte ci sono quelli “zero-party”: qui l’azienda non deve raccogliere nulla, è l’utente stesso a condividere volontariamente i propri dati (preferenze, feedback, sondaggi ecc…).
Pubblicità contestuale
La pubblicità giusta nel contesto giusto potremmo riassumere così. L’approccio contestuale prevede banalmente di inserire annunci pertinenti al contenuto della pagina che l’utente sta visitando. Funziona: i dati Contextual advertising
dicono chiaramente che quasi l’ 80% dei consumatori preferisce visualizzare ads contestuali rispetto a quelli basati sul comportamento online.
Data Clean Room
Le data clean room sono sistemi per la condivisione di dati sensibili al di fuori dei sistemi aziendali. Sono ambienti sicuri nei quali più parti possono condividere e analizzare i dati senza alcuna necessità di spostarli o rivelarli. Prevedono controlli di sicurezza aggiuntivi, proteggono i dati sensibili ma rendono anche possibile pianificare campagne e report, misurare l’efficacia delle iniziative di marketing e prendere decisioni aziendali data-driven, combinare i dati dei clienti con quelli di altre parti per migliorare la segmentazione.
Google Topics
È parte della Privacy Sandbox di Google e aiuta gli ads a rimanere pertinenti evitando nel contempo che divengano invadenti per l’utente. Consente agli inserzionisti di indirizzare i propri ads agli utenti secondo gli argomenti di interesse anziché sulla base del comportamento di navigazione online individuale. Consente di raggruppare interessi in categorie e assegnare agli utenti argomenti specifici.
Gestire i consensi nel futuro senza cookie di terze parti
Implementare una piattaforma di gestione del consenso è quindi ormai una necessità. da ogni punto di vista: non solo normativo, ma anche tecnologico. Trasparenza e privacy sono ormai due pilasti del web. Con Acconsento.click puoi:
- implementare un cookie banner semplice e chiaro, trasparente e user-friendly;
- integrare la Consent Mode di Google;
- integrare il TCF v.2.2 (Transparency and Consent Framework) di IAB.
Se hai bisogno di una CMP per rispettare il GDPR, la Cookie Law e la privacy dei tuoi utenti e clienti, siamo a tua disposizione!