In base ad uno studio condotto dall’Università di Amsterdam e dal Politecnico di Zurigo, 9 siti su 10 non rispettano le norme sui cookie e di conseguenza il GDPR. Scopriamo insieme i risultati dell’indagine.
L’indagine e i risultati ottenuti
Alcuni studiosi dei due poli universitari (Università di Amsterdam e Politecnico di Zurigo) hanno condotto uno studio, chiamato “Automated Large-Scale Analysis of Cookie Notice Compliance”, con l’obiettivo di scoprire quanti siti web in Europa rispettassero le normative che riguardano i cookie.
L’indagine ha analizzato ben 100 mila siti web. Lo studio è interessante perché per la prima volta che viene condotta un’analisi generale, automatizzata e su vasta scala per valutare la conformità all’informativa sui cookie.
L’indagine ha prodotto i seguenti risultati: il 90,2% dei siti conteneva almeno una violazione riguardante la privacy. Oltre a questo dato preoccupante è anche risultato che nel 57% dei casi il sito non offre nemmeno la possibilità di rifiutare i cookie attraverso l’apposito tasto. Infine, nel 32% dei siti non viene richiesto il consenso per il salvataggio dei dati nel browser.
Per quanto concerne il tracciamento degli utenti attraverso i cookie, è stato rilevato che, anche nel momento in cui è stato negato esplicitamente il consenso, nel 65% dei casi avviene comunque. Una chiara violazione del GDPR.
Quali sono state le violazioni riscontrate?
I ricercatori hanno identificato diversi tipi di violazione:
- violazioni ingenue: nei casi in cui il sito web non prevedeva nessuna autorizzazione per raccogliere i cookie;
- violazioni volute: non prevedevano il pulsante di rifiuto oppure rifiutavano la negazione del consenso.
In tutti questi casi, sia che si tratti di violazioni ingenue o volute, i siti web risultano non conformi, dato che ottenere il consenso dell’interessato è alla base del GDPR.
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Le tecniche di manipolazione utilizzate dai siti non conformi al GDPR
Lo studio si è occupato anche di indagare le tattiche di progettazione ingannevole che spingono gli utenti ad intraprendere azioni indesiderate o inconsapevoli, vantaggiose però per il gestore del servizio. Stiamo parlando di “tecniche manipolatorie” come ad esempio l’utilizzo di colori vivaci sui pulsanti su cui mirano a far cliccare l’utente o l’utilizzo di colori meno visibili sul pulsante di rifiuto dei cookie.
Secondo gli esperti, la mancanza di opzioni di rifiuto o di permesso è dovuta ad una scarsa conoscenza della normativa.
Le ricerche hanno dimostrato che anche i siti web più popolari spesso ignorano le preferenze degli utenti riguardo ai cookie, nonostante abbiano avvisi conformi. Questo sottolinea l’importanza di un controllo più rigoroso per individuare le violazioni della privacy. L’impiego di metodi automatizzati può essere cruciale in questo contesto, specialmente considerando le leggi europee come il GDPR, il Digital Marketing Act e il Digital Services Act.
Tuttavia, i resultati della ricerca sono davvero preoccupanti perché testimoniano che la scarsa consapevolezza riguardante i cookie continua ad essere molto diffusa.
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